Percorso Ipersensibilità…

L’Ipersensibilità è per lo più definizione di sintomi che non una vera qualità positiva. Quando l’Ipersensibilità è recepita come negatività o distorsione, la prima reazione è volerla correggere, curare o guarire come se fosse un male che succede alla persona che la vive.

L’Ipersensibilità è invece strumento da utilizzare a proprio favore in ogni area della propria esistenza. Ma come utilizzare uno strumento che sembra creare solo sofferenza ?

Forse il primo ostacolo risiede nel riformulare le proprie idee e comprendere che la sensibilità non è creata dall’Ipersensibilità, ma ne è al massimo la conseguenza. Immaginate una spia rossa  sul cruscotto della vostra auto, non lo ignorereste, ma il problema non è né l’auto, né la spia, ma ciò di cui ha bisogno l’auto perché la spia si spenga. Sarebbe folle spegnere il segnale che vi avverte di ciò che accade alla vostra auto, quanto folle sedare i segnali del vostro corpo o energia che vi indicano che qualcosa richiede attenzione.

La reazione a non voler sentire più sentire è ovvia quando l’Ipersensibilità sembra solo dare sofferenza. 

Ma spegnere i segnali che qualcosa non funziona o richiede attenzione, non è mai la soluzione, anche se la prima reazione è sempre il ritirarsi il più possibile, o peggio isolarsi.

E tanto meno rinunciare ad uno strumento straordinario quale il sentire a più livelli, spesso oltre quello fisico per aprire ad altri.

Spesso chi è ipersensibile vive già esperienze psichiche o extrasensoriali tanto che spesso è mal diagnosticata una patologia psichiatrica. Ma ripeto, non il sentire il problema, ma la reazione a quanto si sente che può creare serissimi problemi in ogni area della vita.

Quando il proprio sentire è così ampio, quando esso diviene sofferenza espressa in ansia, paura, angoscia, panico o irritazione e rabbia, ecco che il proprio mondo emotivo ed energetico possono divenire gravemente disturbati. E sono questi i sintomi che poi generano patologia che crea problematiche personali, formative (scolastiche o di formazione superiori) professionali e sociali.

La fase o fasi di perdita di controllo o gestione della propria esistenza può durare parecchio, mesi o anni. Alternate da alti e bassi, si possono aver momenti di maggiore lucidità, maggior capacità di gestione, mentre ogni piccolo evento può far cader nuovamente e apparentemente nel baratro.

Il punto non è la ricaduto. Il punto non aver mai veramente compreso come uscirne perché alla base del fraintendimento esistevano informazioni errate o mal elaborate. E si può ancora giungere a punti culmine.

Quando gli strumenti forniti non portano sollievo, ma ancora peggio creano nuova sofferenza, i sentimenti che ne conseguono sono di delusione, scoraggiamento, disperazione. Peggio ancora se si vivono esperienze di bullismo. E quando lo sofferenza è al culmine solo isolamento e depressione spesso la fanno da padrone.

Soccombere spesso significa lasciare la scuola, il lavoro e peggio ancora essere ospedalizzato in un’unità psichiatrica. E da qui in poi può divenire sempre più arduo, ma non è impossibile uscire da questa spirale.

L’inversione di rotta è sempre possibile.

L’inversione di rotta è ancora possibile quando gradualmente si riformulano concetti impostati erroneamente o limitatamente e ci si permette di prendere gradualmente le redini delle proprie emozioni e pensieri, quanto del proprio corpo.

Riprendere le redini permette di superare le proprie ansie e paure, cancellare ogni forma di panico, aumentare auto stima ed auto valore, aumentare il proprio Potere Personale ed il personale Potenziale d’Azione.

Riprendere le redini della propria esistenza o riprendere il volante del proprio veicolo terreno è quindi di fondamentale importanza.

Spesso i suggerimenti e guida di chi non è Ipersensibile sono poco adatti a chi lo è, ed è il motivo primo per cui la persona Ipersensibile continua a “stare male” come se non vi fosse soluzione. Questo quanto lo sarebbe tentare di aggiustare un auto con pezzi che non sono suoi: l’auto continuerebbe a non funzionare. Ma il punto non è l’auto bensì i pezzi non adatti.

Ritrovare tranquillità, pace e serenità è possibile nonostante in certe fasi della propria esistenza può sembrare quasi impossibile. Identificare tutte le fonti di stress, ma soprattutto apprendere a rispettare la propria sensibilità e ad amarla è fondamentale per non sentirsene vittima.

Portare strumenti adatti alla grande sensibilità, eppure efficaci che permettano una veloce ripresa è quanto tutti coloro che hanno sofferto a lungo desiderano.

Potersi muovere con concetti, strategie, strumenti in armonia con la propria sensibilità permette di sentirsi a proprio agio con la propria identità ed il processo di guarigione o ripresa piena della gestione della propria esistenza in ogni area della vita.

Trovare la propria dimensione, i propri strumenti ed il rispetto della propria natura sensibile è quanto di più liberatorio si possa vivere.

L’approccio terapeutico può quindi muoversi in due direzioni.

Degli Ipersensibili esiste chi preferisce la via umana del riappropriarsi della propria esistenza, vivendo una comune vita umana. Nulla di male: ognuno è pienamente libero di percorrere la propria esistenza e di fare le scelte più vicine al proprio sentire.

E poi esiste la seconda.

Spesso l’Ipersensibile sente la necessità di un approccio energetico spirituale a quanto sta vivendo perché quanto proposto da medicina ed altre discipline, non considera un livello di esperienza multidimensionale vissuto dalla persona.

Per queste persone spesso lo Spirituale è di fondamentale importanza, tanto che sperimentando questa o quella pratica o rimedio, si sono persi in situazioni ancora più confuse, che li ha fatti sentire ancora più fragili e colmi di ansie e paure.