SISTEMI DI CREDENZE COLLETTIVI
LA SOCIETÀ SESSISTA
E L’EDUCAZIONE SESSUALE NEGATIVA
Sistemi di Credenze di obsoleti e di nuova generazione
Il Sistema di Credenze non ha ruolo solo personale bensì collettivo. Quando modalità di pensiero e di scelta/azione sono radicate profondamente in una società possiamo parlare di Sistema di Credenze Collettivo.
Quando è tutto, o una buona parte della società a pensare, guardare alle esperienze per elaborarle nello stesso modo, la crescita personale evolutiva in una simile società può essere gravemente ostacolata e attaccata perché vista come negativa o lesiva, peggio ancora illegale, per coloro non ancora pronti a Sistemi di Pensiero e Credenze maggiormente evoluti.
Il rischio di tale situazione è che anche di chi si pone nella posizione di pioniere di nuovi Sistemi di Pensiero e Credenze e se ne fa portavoce, e rischia non solo di non essere accettato a livello relazionale o sociale, bensì di subire critica, condanna, giudizio ed aggressione verbale o fisica da parte di coloro che non comprendono o non accettato quanto proposto. Se la persona è ancor più in giovane età o appartenente a fasce “deboli” della società la vulnerabilità ancora più grande, a rischio di subire anche a livello legale azioni assolutamente non legittime.
Quando ho vissuto gli anni della formazione dell’obbligo, erano gli anni in cui le bambine e ragazzine ancora portavano il grembiule blu o nero durante tutto l’anno scolastico.
Non ricordo con quale motivazione si giustificasse tale disposizione perché per i nostri compagni di sesso maschile questo non avveniva.
Ricordo che l’ultimo anno di scuola delle allora “scuole maggiori” ormai lasciate dalla programmazione disposta dal Dipartimento dell’Educazione Ticinese, il caldo era tanto insopportabile che il nostro grembiule era veramente di troppo, anche perché rigorosamente di materiale sintetico.
Si era allora convocata una riunione con le sole ragazzine delle classi, durante la quale ci era stato esplicitamente detto che consentendoci di togliere il grembiule durante le ore scolastiche, eravamo responsabili non solo dell’abbigliamento scelto, ma soprattutto del nostro comportamento in relazione alle possibili reazioni dei nostri compagni.
Ci era stato detto che in ogni caso sarebbe stato il nostro comportamento ed il nostro abbigliamento responsabile di qualsiasi comportamento da parte dei nostri compagni maschi, quasi a colpevolizzare la natura femminile del nostro corpo e completamente a deresponsabilizzare invece i maschi delle nostre classi.
A distanza di una vita posso guardare al grave torto del sistema educativo che imponeva alle sole bambine e ragazzine un grembiule per ben sette anni scolastici, mentre i nostri compagni non ne avevano l’obbligo. L’influenza colpevolizzante e di parte, quindi chiaramente di una società sessista ed immatura a livello di parità sessuale, ha influenzato negativamente quante di quelle ragazzine ? Quante di loro hanno poi vissuto delle conseguenze sia in ambito sessuale, sia in ambito relazione, sia in ambito professionale qualcosa di così martellante come l’imposizione di un grembiule di colore blu, ma ancora peggio nero ?
Quante problemi a tutti i livelli sono stati provocati inconsapevolmente non solo nelle bambine e ragazzine che, inconsapevolmente avevano subito quest’attitudine sessista ? Quanti problemi sono stati invece creati a queste bambine e ragazzine educate con una struttura negativa o fragile della propria identità sessuale e personale ? E soprattutto da chi altrettanto inconsapevolmente perché ignaro della gravità di queste disposizioni, non si era reso conto di quanto fragili potessero essere le donne emerse da anni di simile educazione ?
Cosa possiamo dire a distanza di anni a donne che assimilato inconsapevolmente di essere il “male”, sollecitato da un’educazione allora cattolico cristiano colpevolizzante nei confronti delle donne, hanno subito infiniti torti perché inconsapevoli della loro programmazione negativa distruttiva personale ?
Le bambine e ragazzine che allora non avevano avuto vicino persone più mature o consapevoli, certo non hanno ricevuto gli strumenti per trasformare un’informazione assimilata inconsapevolmente e per questo ancor più negativa e potenzialmente distruttiva, tanto da trascinarsela per tutta la vita ed in ogni esperienza di vita.
Non solo quanto era trasmesso era estremamente negativo per le bambine e ragazzine future donne, ma anche per i bambini e ragazzini futuri uomini. Essi venivano educati inconsapevolmente ad essere non solo sessisti, ma senza responsabilità alcuna del proprio comportamento a livello sessuale e relazionale. Qualsiasi azione avessero avuto, potevo sempre nascondersi dietro un presunto inadeguato comportamento ed abbigliamento femminile.
Ma peggio ancora, perché gli allora compagni bambini o maschietti erano immaturi, che gli adulti legittimavano questo modo di pensare e sentire tanto da legittimare il comportamento dei maschietti a qualsiasi nefandezza o atto sessuale moralmente e penalmente perseguibile.
Tale attitudine alla molestia ed allo stupro era indirettamente sollecitata da tutti coloro che inconsapevolmente portavano avanti nei propri Sistemi di Credenze gli stessi modelli di pensiero, relazionale e comportamentale. E qui ritroviamo genitori, insegnanti, educatori, assistenti sociali, direttori/trici di scuola, preti, suore, medici, infermieri, insegnanti sportivi e così via.
Esperienza personale
Ricordo che in quegli mi piaceva un ragazzino. Esperienza normale per una giovane ragazzina. Ci frequentavamo da tempo, anche perché anche mio fratello lo frequentava, come frequentava suo fratello e conosceva bene i genitori. Ed i miei genitori conoscevano bene i loro genitori.
Era capitato che, come mille altre volte, mi ero ritrovata nella sua cameretta con lui da soli senza per questo che fosse mai successo nulla prima fra noi due a livello sessuale. Lui quel giorno invece aveva deciso di farsi avanti, di approcciarsi a me sessualmente in modo tanto insistente da ritrovarmi spinta sul letto con lui addosso nonostante i miei insistenti “no” e “non voglio”.
Oggi si parlerebbe di molestie sessuali e/o di tentato stupro. Comportamento grave sia per il ragazzino, ma ancora più per i genitori legalmente responsabili.
Quando io riuscita a tornare a casa mia, evitato lo stupro, avevo raccontato quanto era avvenuto a mia madre, si erano informati i genitori del ragazzino di cui il padre addirittura medico. La reazione di questo medico era invece stata una battuta piuttosto volgare e che io ripeto con termini meno pesanti “come non gliel’ha nemmeno data ? non sarebbe ora che cominci a lasciarti penetrare ?”
Mi preme quindi sottolineare di quanto fosse grave l’attitudine di quegli anni dove le molestie, lo stupro erano nascosti per vergogna e sminuiti da parte degli aggressori e dai loro familiari. Ma peggio ancora era registrare nella mente e nelle emozioni di una giovane ragazzina che lei era il “male”, che il suo corpo nella sua trasformazione normale era motivo di sollecitazione negativa, tanto da indurre a comportamenti negativi da parte dei maschietti compagni considerati legittimi.
L’allora reazione di mia madre era stata colpevolizzante nei miei confronti del fatto che mi ero ritrovata nella cameretta di questo mio amico, e non mio compagno né partner sessuale, da sola perdendo così la possibilità di avere sostegno da parte sua. Del resto, mia madre aveva avuto genitori tanto anziani alla sua nascita che anche in lei era stata instillata la stessa attitudine.
Molestie abusi e stupri nascosti e sminuiti nella gravità
Quante delle bambine e ragazzine di quegli anni hanno subito molestie, stupri ed abusi di ogni genere, quindi anche a livello professionale, con l’inconscia programmazione che erano loro responsabili di quanto accadeva ? Per poi altrettanto inconsciamente attrarre colpevolizzazione, condanna o qualsiasi forma di ritorsione perché il loro subconscio/inconscio aveva attratto quest’esperienza per la programmazione di modelli educativi di grave distorsione sessuale e sessisti collettivi ?
Mi preme per tanto porre l’accento sul fatto che una successiva insegnante avuta durante l’allora ginnasio era solita colpevolizzarci di “pensare solo al sesso” e per questo essere non attenti durante le lezioni. Quale responsabile del Dipartimento dell’Educazione aveva riconosciuto in quest’insegnante una persona competente ed a livello personale matura nel comportamento tanto da comportarsi in questo modo ? Peggio ancora per il fatto che quest’insegnante non aveva mai avuto rapporti sessuali durante tutto l’arco della sua vita ed era ancora peggio, incaricata anche nel ruolo orientatrice professionale a potenzialmente influenzare la formazione ed il futuro professionale di chi avrebbe richiesto consultazione.
Quante delle bambine e ragazzine ormai donne subiscono ancora le gravi conseguenze di quanto accaduto in quegli anni durante i quali l’educazione distruttiva della loro identità personale e sessuale era stata così drammaticamente perché inconsapevolmente collettivamente instillata ed accettata, sia per loro, sia per gli adulti che la circondavano ?
In quegli anni avuti difficoltà di studio e di scelte formative e professionali, mi ero rivolta ad un assistente sociale che anch’egli, in un ruolo assolutamente distorto e sessista, aveva avuto un comportamento verbale di abuso sessuale nei miei confronti. Non solo non avevo trovato sostegno per i problemi che era per me urgente risolvere quali le mie difficoltà formative e di scelta professionale, ma avevo altresì subito abuso e molestie sessuali da parte di un assistente sociale.
Uscita da quel consulto io mi ero rifiutata di riceverne un altro e mia madre non aveva insistito, ma ancor peggio ancora una volta non mi aveva in alcun modo difeso per l’abuso subito.
Oltre ad aver subito molestie ed abuso sessuale da un assistente sociale di allora io per anni non ho trovato aiuto a livello formativo professionale per trovare la mia strada e la professione a me adatta, rimandando così anche la mia indipendenza economica, quindi sociale.
L’impatto di un simile Sistema di Credenze portato avanti da troppi adulti di allora certo aveva avuto un impatto nel ruolo opposto di queste azioni, in quello dell’aggressore inconsapevole di essere violento.
L’impatto a livello maschile
Quanti bambini e ragazzini, divenuti poi uomini hanno visto distrutte loro relazioni di ogni genere per il loro comportamento illusoriamente assimilato come corretto ed invece estremamente lesivo dell’identità, della personalità delle donne frequentate e delle scelte delle stesse fatte ? Quanti di loro per questa educazione distorta sono divenuti gli uomini che nelle relazioni di ogni genere hanno avuto comportamenti e scelte inadeguate ed inconsapevoli nei confronti delle loro compagne o donne con le quali avevano a che fare ?
Quanti uomini così distortamente educati si sono trovati in ruoli quali genitori, insegnanti, educatori, assistenti sociali, direttori/trici di scuola, preti, suore, medici, infermieri, insegnanti sportivi che hanno poi avuto comportamento inadeguato non solo a livello sessuale, bensì anche relazionale e professionale perché assimilato un modello di pensiero tanto distorto senza che fosse rielaborato a livello cosciente ?
La colpa e la mancata denuncia
Le bambine e ragazzine maggiormente sensibili o per qualsiasi motivo influenzabili nell’aver assimilato una programmazione così distorta a livello sessuale/comportamentale, e soprattutto colpevolizzante, tendevano a ritenersi tanto “colpevoli” da non aver mai il coraggio di farsi avanti e denunciare ogni atto lesivo sia a livello sessuale, sia di parità sessuale in ogni ambito della vita.
E quand’anche ne trovavano il coraggio, spesso l’indottrinamento subito sia a livello educativo scolastico, sia parentale e peggio ancora religioso in un’età tanto vulnerabile, tanto da lasciare solchi troppo profondi, aveva la meglio a livello energetico tanto di non riuscire ad avere la meglio a livello legale e/o processuale.
Posso solo come tante altre donne, che come me avevano vicino adulti tanto inadeguati da non riuscire a rielaborare per tempo informazioni educazionali, si sono ritrovate con tali informazioni tanto distorte ed assimilate a farne le spese e subirne il danno per troppi anni in ogni ambito della vita.
Quante di loro hanno avuto una vita distruttiva e povera a tutti i livelli per la malata registrazione della propria identità sessuale e personale registrata ? Quante invece hanno potuto uscirne ?
Quante hanno avuto l’opportunità di relazioni affettiva sane ? Quante invece hanno vissuto relazione lesive il cui modello è stato così trasmesso alla nuova generazione nei loro figli ?
L’inconsapevolezza dell’aggressore individuale e collettivo
E quanti uomini hanno ferito, offeso, aggredito, molestato o peggio ancora stuprato inconsapevoli di essere in un ruolo di aggressore estremamente lesivo a livello psichico, fisico e relazionale ?
Quanto oggi la società è ancora in modo simile malata. Quando i Modelli di Pensiero e di Sistemi di Credenze collettivi sono ancora responsabili di drammi personali, professionali ed in ogni ambito di vissuto quotidiano. Quanto si fa veramente oggi per il cambiamento collettivo e per la presa di Consapevolezza che simili pensiero e comportamenti non sono più legittimi ?
Responsabilità personale e collettiva
E soprattutto quanto a livello personale ognuno si sente responsabile e chiamato a mettere in discussione il Modello di Pensieri e di Sistemi di Credenze tanto di dare un’occhiata ai propri pensieri, alle proprie emozioni, alla propria attitudine verso persone, esperienze, come pure verso ogni forma di vita, come agli animali e alla natura ?
È mio più sentito desiderio che sempre più persone si sveglino alla responsabilità del proprio Modello di Pensiero e Sistema di Credenze perché ogni pensiero, emozione, comportamento ed azione lesiva non sia più né commessa, né subita.
Ed un invito a chi invece vuole cominciare ad essere responsabile, a cominciare a lavorare su di sé.
Copyright Scintilla di Monica Scandella maggio 2021
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